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al testo di Davide Stocovaz
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Perdo me stesso, in quei tuoi occhi profondi e vasti in cui risplende tutta la potenza degli astri. Ogni parola stenta a trovare le labbra e si annulla, viene come sommersa da calda sabbia.
In un tuo battere di ciglia si dissolve il tempo e si spalanca un universo in cui annego, vago senza meta, disperso, avvolto da fumi di una seria malattia.
E quanto mancano, adesso, i tuoi occhi! Sangue amaro scende nelle vene. Si alza una nebbia pesante, l’anima viene soffocata da una nevicata che scende a fiotti.
Ahimè, rivedo ancora quel tuo sguardo in quelle notti in cui sembra tutto calmo. Mi perseguita come spettro in un incubo. Allora sussulto, mi agito, fremo
e mi desto con il respiro bloccato. Nel giorno appena sorto, Noi non ci saremo. Restano i tuoi occhi, fissi nei miei, come monito severo: “per quanto tu lo volessi, io non ti ho mai amato.” |
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